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Abbiamo scelto il Canada perché non eravamo mai stati in Nord America e ci incuriosiva la sua fauna.
Vista la vastità del Paese, abbiamo optato per l’est: città, costa atlantica e natura verdeggiante, lasciando l’ovest più selvaggio per un’altra occasione. Il nostro itinerario ha toccato Montréal, Québec City, il promontorio della Gaspésie e infine Toronto.
Foreste di conifere e muschio che si estendono per centinaia di chilometri, spesso a ridosso dell’oceano, e un verde continuo che accompagna il viaggio sono entusiamanti. I paesaggi, pur non troppo diversi da quelli di alcune zone del Nord Italia, colpiscono per la loro vastità e per la sensazione di isolamento: si guida per ore senza traffico, immersi nel silenzio del bosco.
Le città e i paesi, invece, ci hanno lasciato impressioni più contrastanti. Per chi viene dall’Europa, abituato a centri urbani ricchi di storia e stratificazioni culturali, l’impronta moderna e funzionale delle città canadesi può risultare meno coinvolgente. I paesi più piccoli sono spesso composti da casette in legno, graziose ma molto simili tra loro, senza un vero centro né una periferia. La vita quotidiana ruota attorno all’automobile e ai grandi spazi.
Per noi, che normalmente ci muoviamo a piedi o con i mezzi pubblici, è stato sorprendente constatare quanto sia difficile fare a meno dell’auto: le distanze sono tali che anche le attività più semplici richiedono lunghi spostamenti su strade statali. È un’organizzazione efficiente, certo, ma che rende complicato un approccio più lento e pedonale al territorio.
Anche dal punto di vista gastronomico, l’esperienza è stata insolita. Non è tanto una questione di varietà: ciò che ci ha colpito è la quasi totale assenza di una cucina locale riconoscibile. L’offerta si riduce spesso a fast food e hamburger, che per noi non rappresentano un pasto soddisfacente. È la prima volta, dopo viaggi in Europa, Asia e Africa, che abbiamo preferito cucinare in autonomia piuttosto che mangiare fuori.
È stato un viaggio intenso, tra lunghe ore di guida e trekking, ma ricco di scoperte e paesaggi che lasciano il segno che senza dubbio valgono la pena.


Giorno 1 - Montreal
E comunque i viaggi sono sempre una palla.
Il volo tutto sommato è filato liscio: 8 ore dirette, senza scali, si sopportano abbastanza. Anche i controlli doganali sono stati rapidi.
Poi però abbiamo atteso quasi due ore che ci dessero la macchina, e siamo arrivati a casa alle 19 ora locale, l’una di notte ora italiana. Tenendo conto che eravamo usciti di casa alle nove del mattino, direi che è stato lunghetto.
Abbiamo cenato nel quartiere. Si tratta di casette basse, una dietro l’altra, anche belline, con quasi nessuno per strada. I pochi avventori di bar e ristoranti sono immigrati, tanto nordafricani come sudamericani. Così abbiamo finito per cenare in un ristorante peruviano con tanto di musica dal vivo….
Adesso finalmente stiamo per andare a letto, davvero stanchi.
Giorno 2 - Montreal

Montreal è una città di 1,8 milioni di persone, che vivono per lo più in casette basse con un cortile attorno, molti alberi e tantissimi scoiattoli.
Il centro è elegante e moderno, con grattacieli e vie pedonali, un lungo fiume dove la gente va a passeggio, e qualche isolato definito eufemisticamente “quartiere vecchio” che sa un po’ di Francia, molto turistico e pieno di negozi.
Quasi tutti parlano francese. Ci aspettavamo un bilinguismo alla catalana, ma invece qua l’inglese è davvero minoritario; gli stessi immigrati usano preferibilmente il francese.
Giorno 3 - Montreal

Siamo andati sul Mont Royale, la collina alta poco più di 200 metri che dà il nome alla città.
Si tratta di una zona verde attraversata da un’infinità di sentieri, con viste panoramiche, laghetti e posti di ristoro. È fenomenale come si trovi vicina in linea d’aria da Downtown, il centro cittadino coi grattacieli.
Bella giornata, ma con l’aria frizzante della montagna.
Qua d’inverno si sta costantemente sottozero per ben 4 mesi, ed è normale ritrovarsi con un metro di neve, con piste da sci di fondo appena fuori città.
Giorno 4 - Montreal

Oggi siamo andati al parco Omega, a circa 150 chilometri da Montreal. Il paesaggio ricorda molto quello di alcune zone del Nord Italia, ma meno abitato: boschi, campi e fiumi. Appena si sale un po’ di quota, si fa subito più montano.
Il parco vale certamente la pena, perché permette di vedere tantissimi animali nel loro ambiente naturale, un'opportunità non così comune nel resto del Paese.
Tantissimi alci e cervi, che vengono vicino alle auto in cerca di carote. Non appena entrati, infatti, si viene letteralmente circondati da alci che vengono a chiedere cibo e infilano il muso dentro i finestrini per prenderselo
Orsi, lupi, cinghiali, anatre, procioni, si può davvero vedere di tutto. Gli erbivori girano relativamente liberi, mentre i predatori hanno zone di bosco recintate.
Ci si sposta in macchina lungo un percorso di una quindicina di chilometri, più alcuni sentieri percorribili a piedi. Cervi e cerbiatti, soprattutto, si avvicinano molto alle macchine.
Durante la stagione degli amori, i cervi emettono richiami sorprendenti e si affrontano a colpi di corna, spingendosi con forza in duelli che ricordano incontri di sumo. Le loro maestose corna conferiscono loro un portamento regale
Nel parco sono presenti anche moltissimi predatori, in aree separate. È un’occasione unica per fotografarli nel loro ambiente naturale, come nel caso di questo lupo grigio.
Il parco offre anche occasioni per fotografare gli orsi, sempre molto riservati.
Giorno 5 - Québec City
Atmosfera molto differente, a Quebec City.
Innanzi tutto per il mare, con la sua aria leggera e profumata, per la temperatura più mite, e infine per la città, affascinante.
Il centro storico di Québec è un pezzo di Francia trapiantato in America. Bello, elegante, con un sapore di Loira e Normandia, le vie acciottolate, le case e i palazzi. È stato un piacere trascorrere il pomeriggio a esplorarlo e a goderselo.
Giorno 6 - Québec City

Siamo andati a visitare il parco della cascata di Montmorency.
Si tratta di una cascata davvero spettacolare, alta più di 80 metri, e con una portata davvero notevole.
Il parco è ben strutturato, con una funivia che porta in cima al costone di roccia, e un percorso che consente di ammirare la cascata da tutte le angolazioni, compresa una passerella che cammina proprio sul ciglio del salto e che, vista da lontano, rende bene l’idea delle dimensioni della cascata.
Un vero spettacolo della natura, che non ci si stanca mai di ammirare.
Nel pomeriggio siamo stati all’isola di Orleans, in mezzo al San Lorenzo. Casette raggruppate attorno a qualche villaggio, campi, e negozi di prodotti locali quali formaggi e dolci. Il silenzio più totale.
Dalla punta occidentale si assiste ad un fantastico tramonto sulla baia di Québec City, giusto quattro persone e il fruscio delle onde.
Questa zona ci è piaciuta molto.
Giorno 8 - Gaspé

Abbiamo visitato Percé e l’isola Bonaventure, affacciati sulla costa del Québec.
Percé è un piccolo villaggio costiero, con le sue casette sparse lungo il litorale e un centro raccolto attorno a qualche ristorante e negozio. Un luogo semplice, ma con un fascino discreto.
Con il cielo coperto, il mare canadese ha un aspetto nordico: niente luce calda come quella del Mediterraneo, ma riflessi freddi e filtrati, a volte delicatamente pastello, altre più spenti e silenziosi.
L’isola di Bonaventure, a breve distanza dalla costa, oggi è disabitata, salvo che da una vivace colonia di bassane, uccelli simili ai gabbiani ma più piccoli, che si tuffano in picchiata per pescare.
Ce n’è una miriade. Le abbiamo osservate dal basso, navigando attorno all’isola, e dall’alto, raggiungendo la scogliera attraverso un sentiero immerso nella natura.
Uno spettacolo sorprendente: centinaia di animali in volo, in un’armonia che lascia senza parole.
Giorno 9 - Gaspé

Sveglia alle sei questa mattina: in programma, un’escursione in barca alla ricerca delle balene che, in questa stagione, si spingono nelle fredde acque del Québec, attratte dall’abbondanza di cibo.
Il cielo era inizialmente sereno, ma si è presto coperto, lasciando spazio a una giornata grigia e autunnale—anzi, per gli standard barcellonesi, direi quasi invernale.
Abbiamo solcato un mare scuro, color petrolio, increspato e spezzato dal vento.
A dire il vero, non abbiamo visto molto. Che le balene non stiano lì a salutarci come le caprette di Heidi, lo si poteva intuire. Ma speravamo in qualcosa di più di qualche fugace apparizione.
Si scorge uno sbuffo, poi la pinna dorsale e un tratto di dorso scuro che disegna un arco tra le onde, prima di scomparire. Basta quello per intuire la loro imponenza.
Al ritorno, pioviggine sottile, cielo basso e carico, vento freddo sulle onde nere, le scogliere punteggiate di pini.
Abbiamo pranzato, fatto qualche acquisto, e siamo rientrati.
La foto? Solo un accenno di pinna, ma quel momento resta inciso.
Giorno 10 - Gaspè

Abbiamo esplorato il Parco di Forillon, all’estremità di Cap Gaspé.
È una zona di grande bellezza paesaggistica: si cammina lungo la costa, con il mare sempre accanto, ma l’aria e i boschi hanno il profumo e la quiete della montagna. Un mix originale.
Nel pomeriggio ci siamo spinti verso alcuni stagni abitati da castori. Abbiamo individuato le loro tane, ma dei castori… neanche l’ombra.
In compenso, il parco pullula di scoiattoli e piccoli roditori.
Ciò che colpisce di più è l’immensità degli spazi aperti, soprattutto se paragonata alle zone abitate.
Giorno 11 - Cap Chat

Tornando verso ovest, abbiamo raggiunto il Parco della Gaspésie e ci siamo avventurati su un monte immerso nel bosco, habitat naturale degli alci — anche se avvistarli non è affatto semplice.
Dal punto di vista paesaggistico, il Canada è semplicemente magnifico. I singoli ambienti non sono troppo diversi da quelli che si possono trovare in alcune zone del Nord Italia, ma ciò che colpisce davvero è la vastità: si può guidare per chilometri e chilometri senza traffico, con pochi incroci, sempre circondati da foreste.
È un verde continuo, ininterrotto, dove la presenza umana è appena percettibile. Centinaia di chilometri senza mai uscire dal bosco
Giorno 13 - Sant Simon
Avvicinandoci a Québec City, c’è il parco di Bic, affianco al mare; uno spazio giocato tra colline e costa, che varia con la marea. Bellissime passeggiate, e spiagge meravigliose, che se fossero sul Mediterraneo sarebbero iconiche.
Giorno 15 - Toronto

Toronto è una città moderna ma tutto sommato tranquilla, piena di gente, di bar, di ristoranti.
Più della metà dei residenti viene da fuori città, e ci sono moltissimi stranieri, soprattutto indiani e latinoamericani.
Il trasporto pubblico non è proprio rapidissimo ma, essendo interamente in superfice, consente di vedere la città.
Abbiamo visitato il centro, con i suoi grattacieli e alcuni edifici risalenti al XVIII secolo, in mattoni, ora sede di locali alla moda.
Interessante la visita al “St. Lawrence Market”, edificio del 1803 (molto antico, per gli standard locali) simile alla Victoria Station di Londra. Ospitava inizialmente il municipio, la polizia e una prigione, per poi diventare un mercato molto animato.
Lo skyline, dominato da slanciati grattacieli, ha un fascino tutto suo.
Giorno 16 - Toronto
Escursione alle cascate del Niagara.
Sebbene l’escursione abbia avuto bisogno di due ore di bus all’andata e due al ritorno, le cascate sono comunque meravigliose: una massa d’acqua impetuosa che si getta tra nubi e fragore e che, dopo il salto, prosegue formando una serie di rapide impressionanti.
Intorno, varie attrazioni: si può andare in barca quasi sotto le cascate o in funivia sopra il canyon; si può scendere a passeggiare a lato dell’acqua; si possono vedere le cascate da retro, tramite un tunnel; si può cenare con vista sulle rapide o salire sulla torre panoramica, nonché soggiornare in hotel dove puoi godersi lo spettacolo direttamente dalla stanza.
Un’attività che ci è piaciuta particolarmente è stata seguire una passerella a lato del fiume, da dove se ne poteva ammirare tutta la potenza; il “Whirlpool Rapids Bridge” è un ponte ferroviario molto scenografico, che collega Canada e USA.
Abbiamo scelto di non fare l’escursione in barca fin sotto alle cascate: l’idea di tornare fradici non ci entusiasmava
Giorno 17 - Toronto
Oggi abbiamo girato Downtown, vale a dire il quartiere centrale con i grattacieli.
Le città nordamericane sono sempre divise nettamente tra un centro, con gli uffici ed i grattacieli più iconici, e una vasta zona residenziale di casette basse in mezzo al verde, più o meno elegante a seconda del quartiere. Toronto non fa eccezione, e dall’altro lo si percepisce bene.
Siamo saliti sulla “CN tower” che con i suoi 500 metri è l’edificio più alto della città. La vista da lassù è meravigliosa e anche un po’ paurosa.
In giro per il centro ci sono tantissimi grattaceli moderni, ci si sente davvero piccoli.
Nel complesso Toronto è una bella città. Colpisce negativamente la presenza di molti che vivono per strada, sotto gli effetti del fentanile, sostanza che molti iniziano ad assumere come antidolorifico economico, ma che crea una forte dipendenza e termina divorando il cervello. Queste persone sembrano quasi incoscienti della realtà, parlano e agiscono come se fossero da un’altra parte, generalmente in uno stato igienico terribile. Se ne vedono molti, a volte accampati in gruppo. Non sono pericolosi, ma stringe davvero il cuore.
Giorno 18 - Toronto
Ultimo giorno in Canada.
Ne abbiamo approfittato per visitare la Galleria d’Arte dell’Ontario, il museo più importante della città, dedicandoci all’arte di questo Paese, poco rappresentata in Europa.
La pittura canadese si concentra soprattutto dal 1800 in poi: molto paesaggismo, tanto di stampo classico quanto moderno. Suggestivi i paesaggi invernali, che ricordano i pittori fiamminghi, con scene di vita quotidiana nei villaggi innevati.
Particolarmente interessante anche la sezione dedicata all’arte dei popoli nativi, con opere che raccontano visioni, simboli e tradizioni.
Notevole anche la “Galleria Italia”, struttura in legno curvato, tutt’altro che semplice da realizzare e così chiamata perché costruita con le donazioni della comunità dei nostri connazionali italiani residenti nel Paese.
Terminiamo il nostro viaggio in Canada.
Ci porteremo le sue foreste grandissime, le cascate possenti, il mare che si fonde con i boschi di conifere, e i cieli pieni di stelle.